Il progetto di Servizio Civile Nazionale, avviato nei primi giorni di settembre 2017, dal titolo “Borgaro tra Radici e Presente” ha, tra le altre cose, l’obiettivo di valorizzare le memorie e le risorse presenti sul territorio, così come di utilizzarlo come mezzo di apprendimento.
Per conoscere meglio la città in cui viviamo, abbiamo deciso di dedicare una parte della nostra ricerca alla toponomastica borgarese. In particolar modo, alle ragioni dietro ai nomi che sono stati scelti per le nostre vie.
Abbiamo notato, infatti, che numerosi dei nomi che comparivano sullo stradario non appartenevano a illustri poeti, artisti o santi e, ad una prima occhiata, risultava quasi completamente impossibile venirne a conoscenza della storia. Tra questi in particolare Carlo Barberis, Domenico Bertino, Angelo Bottione, Andrea Guglielmino, Giovanni Perona, Pietro Savant e Francesco Tibaldi; nonché coloro a cui sono state intitolate le strutture scolastiche borgaresi: Nicola Grosa, Edoardo Defassi e Giacomino Peloso.
Attraverso una ricerca presso l’archivio del giornale locale Il Risveglio e del sito dell’Istituto Piemontese per la Storia della Resistenza e della Società Contemporanea “Giorgio Agosti”, siamo riuscite a risalire ad alcune informazioni fondamentali per conoscere meglio le vite degli uomini a cui sono state intitolate alcune delle nostre vie. Hanno tutti fatto la loro parte per liberare l’Italia dal regime fascista e per donare la libertà alla terra in cui avevano sempre vissuto.
Carlo Barberis, giovane contadino, nato a Roburent in provincia di Cuneo nel 1927, si unisce alla resistenza nella Banda San Giacomo (probabilmente si intende la banda formatasi a San Giacomo di Demonte nel cuneese), dove resta per due settimane (fino a metà gennaio ’44).
Dal giugno del ’44 si unisce alla III Divisione R in cui rimane fino alla fine della guerra.
http://intranet.istoreto.it/partigianato/dettaglio.asp?id=5841
G. Dolino, Anche i boia muoiono, [S.I], [s.n.] Torino 1992, pp.14, 16, 24.
Domenico Bertino, nato a Villafranca Piemonte nel ’27, entra nella 19° Brigata Garibaldi il 1 Maggio 1944. Vi resta fino alla morte avvenuta a Robassomero il 12 Dicembre del ’44 in un’imboscata dei militi della Repubblica di Salò.
http://intranet.istoreto.it/partigianato/dettaglio.asp?id=9601
Angelo Bottione, nato a Caselle nel 1922 e residente a Borgaro, entra nella Resistenza nella I Divisione Garibaldi subito dopo l’armistizio (8 Settembre). Cade nel comune di Lanzo Torinese il 13 Aprile 1944 ucciso mentre faceva parte della Banda dei Vietti.
http://intranet.istoreto.it/partigianato/dettaglio.asp?id=15020
G. Dolino, Anche i boia muoiono, [S.I], [s.n.] Torino 1992, pp.14,16,24.
Andrea Guglielmino, nato a Borgaro nel marzo del ’28, si unì il 1 Maggio del ’44 alla 19° brigata Garibaldi, nella quale rimase fino alla morte in combattimento a Robassomero l’11 novembre del ’44.
http://intranet.istoreto.it/partigianato/dettaglio.asp?id=47317
Giovanni Perona – detto Gianni – nasce a Cafasse nel 1922 e professa il mestiere di autista fino al gennaio del ’44, quando si unisce al III reggimento Alpini e alla 19° Brigata Garibaldi. Dal 16 febbraio del ’45 fu nella 103° brigata Garibaldi, fino alla fine della guerra.
http://intranet.istoreto.it/partigianato/dettaglio.asp?id=66597
Pietro Savant, detto Pierin, nato a Borgaro nel 1920, fa da subito parte della Resistenza come vice comandante della 19° Brigata della I° divisione Garibaldi. Viene ucciso il 3 giugno del ’44 a Cafasse in un’imboscata delle SS tedesche durante l’ora di pranzo. Suo nipote, Pier Giorgio Perona, ha raccontato ciò che gli avevano narrato: «Il suo gruppo, data la calma apparente dei giorni precedenti, si era allontanato dalla cascina abbandonata che usava come rifugio per andare a raccogliere le ciliegie. Mio zio disse che preferiva riposarsi, visto che era stanco. Proprio in quel momento, mentre nella cascina erano rimasti solo mio zio e un suo compagno, alcuni soldati tedeschi arrivarono inaspettatamente (avvertiti da una ragazza che aveva fatto la spia). [Savant] inizialmente riuscì a uscire dalla finestra e tuffarsi nel torrente lì vicino, ma fu preso e giustiziato sotto il ponte accanto».
Le modalità della sua morte sono esaustivamente narrate da Dolino.
http://intranet.istoreto.it/partigianato/dettaglio.asp?id=78996
G. Dolino, Anche i boia muoiono, [S.I], [s.n.] Torino 1992, pp.14, 15, 24, 39.
Le ragioni di una scelta nelle fotografie della Resistenza, a cura di D. Tabor, – Torino : SEB 27, 2014, p.51
Strage di Cafasse, dal sito www.straginazifasciste.it
Francesco Tibaldi, nato a Torino nel 1922 e residente a Borgaro, entra nella 19° Brigata della I° Divisione Garibaldi nell’ottobre del ’43. Muore per servizio il 23 Dicembre 1943.
http://intranet.istoreto.it/partigianato/dettaglio.asp?id=84418
G. Dolino, Anche i boia muoiono, [S.I], [s.n.] Torino 1992, pp.14, 16.
Abbiamo esteso la nostra ricerca anche a partigiani che non hanno ricevuto l’onorificenza dell’intitolazione ma fanno parte della città di Borgaro in quanto cittadini e partigiani. Tra questi:
Natale Vesco detto Talin, nato a Borgaro nel 1929 e di professione operaio, fece parte della III° brigata SAP Val di Lanzo dal marzo ’44 alla fine della guerra.
http://www.provincia.torino.gov.it/speciali/2011/partigiani/nomi_lanzo.htm
Giovanni Gaveglio, nome di battaglia “Acciaio”, nato a Racconigi nel 1924 e residente a Borgaro (di professione meccanico aggiustatore), fu guardia di frontiera durante il servizio militare. Entrò in una formazione partigiana della Val di Lanzo dal 15 Settembre ’43, dove rimase fino al maggio del ‘44. Dalla fine del giungo ’44 entrò nella 105° Brigata Garibaldi, in cui rimase fino alla fine della guerra.
http://www.provincia.torino.gov.it/speciali/2011/partigiani/nomi_lanzo.htm
G. Dolino, Anche i boia muoiono, [S.I], [s.n.] Torino 1992, pp.14
Inoltre, abbiamo ritenuto importante fare un breve excursus anche sulle figure a cui sono state dedicate le due strutture dell’Istituito Comprensivo di Borgaro, Nicola Grosa ed Edoardo Defassi, nonché il piccolo Giacomino Peloso e Papà Cervi, a cui sono state intitolate le sedi della Scuola Materna e l’Asilo Nido.
Nicola Grosa, nato a Torino nel 1904, abbraccia la causa partigiana dopo l’8 Settembre 1943. Dopo essere diventato commissario politico della 46° Brigata Garibaldi e della 2° Divisione Garibaldi, al termine della guerra Grosa si dedicò al recupero delle salme dei partigiani affinché ricevessero l’adeguata sepoltura, in particolare nell’area dedicata ai martiri della Resistenza del Cimitero Monumentale di Torino. A lui è stata intitolata la Scuola Primaria di Via Canavere.
Edoardo Defassi, nato nel 1896 a Borgaro, viene eletto Sindaco nel 1922 per la prima volta. Con l’avvento del periodo fascista dovette lasciare la carica, ed a causa delle sue idee di sinistra, fu trasferito per qualche tempo, in qualità di impiegato delle Poste, dal Piemonte alla lontana Sardegna. Nell’aprile del 1945, dopo il ritorno in Piemonte, fu nuovamente proclamato Sindaco dal CLN e venne poi sempre rieletto, per cinque mandati consecutivi, dal 1946 al 1964, riuscendo ogni volta capolista. Nel corso della sua vita di amministratore si batté per dotare il paese delle scuole. Non poté assistere all’inaugurazione della prima Scuola Primaria di Via in quanto svoltasi successivamente alla sua morte avvenuta nel 1968. In seguito alla riconoscenza della popolazione nei suoi confronti, la Scuola Primaria fu intitolata proprio a lui.
Giacomino Peloso aveva tre anni quando un ordigno rimasto inesploso scoppiò tra le sue mani, il 15 marzo 1944. A lui è stata dedicata la Scuola Materna di Via Garibaldi 4 il 25 Aprile 2012; il Sindaco in carica, Vincenzo Barrea, aveva dichiarato: “Ci piace l’idea che il nome di questo bambino possa essere ricordato, negli anni, da tutti coloro che entreranno in questa struttura, e in particolar modo che sia legato alla vita scolastica di tanti altri bambini come lui”.
Festa della Liberazione: si ricordano le vittime innocenti delle guerre,
L. Benedetto http://www.ilrisveglio-online.it/cronaca-bianca/2012/05/03/festa-della-liberazione-si-ricordano-le-vittime-innocenti-delle-guerre
L’ Asilo Nido di Via Savant è invece intitolato ad Alcide Cervi, padre di 9 figli impegnati nella lotta al nazifascismo. Dopo lo scoppio della guerra, il cascinale della famiglia Cervi diventa un porto sicuro per partigiani, antifascisti e prigionieri stranieri fuggiti ai nazifascisti. Come si può leggere nell’articolo preparato dai ragazzi delle medie, “I fascisti non tardarono però a stroncare l’intensa attività cospirativa dei Cervi, infatti all’alba del 25 novembre 1943, un plotone di militi circondò l’edificio, in parte incendiandolo ed al termine della sparatoria i sette fratelli, dopo essersi arresi, vennero catturati e condotti al carcere politico dei Servi a Reggio Emilia.” Nell’immediato dopoguerra, il Presidente della Repubblica appuntò sul petto del vecchio padre sette Medaglie d’Argento, simbolo del sacrificio dei suoi figli.
Allo stesso modo, la Scuola Materna di Via Savant è intitolata, in modo più generale, ai Caduti Borgaresi. È importante ricordare, anche e soprattutto negli ambienti scolastici, l’esempio di grandi uomini e donne della nostra città che hanno deciso di sacrificare la propria vita al servizio della comunità e dello stato.
Le volontarie SCN
Giusi Dell’Abadia e Lisa Ruffoni